ALLEVAMENTO VISONI VILLADOSE (ROVIGO), 21 agosto 2017 – A luglio l’incendio nella struttura, poi i primi dubbi sulla presenza della sostanza manifestati dai 100%animalisti. Ora, un documento del Comune pare dare loro ragione. Dopo l’incendio, arriva la diffida.
Prima, c’era stato l’incendio nell’allevamento di visoni di Villadose , secondo il titolare, Massimiliano Filippi, doloso. Poi, i 100%animalisti, gruppo che ha sempre protestato contro l’insediamento in città di questa struttura, avevano paventato la possibilità che una tettoia attinta dalle fiamme contenesse eternit. Ora, un documento ufficiale del Comune di Villadose, che rende questa eventualità, purtroppo, ancora più concreta. E non sarebbe questo l’unico problema.
Parte della tettoia è stata distrutta, nel corso dell’incendio dello scorso luglio, divampato nell’allevamento di visoni di Villadose e che il titolare, Massimiliano Filippi, giudica doloso, alla luce della vasta contrarietà che il suo insediamento ha riscosso nel mondo animalista. Ora, però, il problema non è tanto questo, quanto piuttosto il fatto che, all’esito del sopralluogo, il personale tecnico ha ritenuto sia estremamente verosimile che questa tettoia fosse in cemento amianto.
Ossia in una sostanza ad elevato rischio cancerogeno, soprattutto una volta che sia stata spezzata e le sue fibre siano libera di venire trasportate dal vento. E’ per questo che il Comune di Villadose ha emesso, nella giornata di lunedì 21 agosto, una diffida all’utilizzo della tettoia “sino a che non saranno effettuati i lavori di ripristino della parte danneggiata, lavori di santificazione e pulizia dell’area e relativo smaltimento dei residui della combustione, secondo le norme vigenti, tramite ditte abilitate e specializzate”.
Non è questo però l’unico problema emerso in seguito al sopralluogo, dal momento che sarebbe stata riscontrata anche la presenza di un bombolone interrato di 1750 litri, per il quale non sarebbe stata presentata segnalazione certificata di inizio attività, come invece sarebbe previsto dalla normativa. La diffida, quindi, riguarda anche l’utilizzo del bombolone, sino a quando questa contestata mancanza non sarà sanata.
Fonte: Rovigo Oggi