Le zone abbandonate dell’ex caserma Serini sono diventate terreno di caccia illegale. A certificarlo, a parte qualche avvistamento di cacciatori che si aggirano nell’area, sono la miriade di reti tagliate per far passare i cani. Episodi che si verificano in particolar modo la domenica mattina. Ad essere state divelte ci sono anche le reti in prossimità dello scalo Gabriele D’Annunzio, ovvero nelle vicinanze della pista. Al di là di questa brutta abitudine, c’è l’ennesima storia di sperpero di denaro pubblico e di abbandono nell’ampia zona al confine con l’aeroporto di Montichiari.
Il riferimento non è soltanto alla parte della Serini dedicata ad accogliere i migranti, dove oggi è rimasto soltanto qualche tavolo in quella che doveva essere la mensa. Ma vicino all’attuale scalo D’Annunzio si trova il settore della Serini che era dedicato a ospitare i missili Nike. Una zona strategica, nel contesto della Guerra Fredda, che adesso è finita nel dimenticatoio. Il cancello che la separa dall’aeroporto civile di Montichiari è ancora chiuso, ma le casermette vicine sono lasciate al loro destino. In alcune sembra che il tempo si sia fermato. Le carte da gioco su un tavolo in legno ne sono la dimostrazione. Poi c’è un pannello con i nomi e cognomi degli ultimi militari che dentro l’area di lancio dell’aeroporto di Montichiari hanno svolto il loro servizio. Diversi anche gli hangar, ormai vuoti, che ancora si reggono in piedi. Come i bunker e altre casermette, che nel corso del tempo sono stati ripuliti dai pochi oggetti di valore che erano presenti all’interno.
Nell’ampia zona missilistica è presente anche una cabina elettrica e alcuni serbatoi in cui era custodito il gasolio. A dimostrazione che persino quest’area, per essere messa in sicurezza, avrebbe bisogno di una bonifica. Ed è proprio in questa porzione di Serini che l’anno scorso era stata ritrovata la carcassa di un cane da caccia impiccato alla finestra di una casermetta. Episodio che ha spinto carabinieri e guardie zoofile ad ispezionare il luogo per provare a risalire ai responsabili del macabro gesto. Operazioni, al momento, che non hanno portato al risultato sperato visto che il cane era sprovvisto del microchip. Sta di fatto che nel corso del monitoraggio proprio per cercare di identificare i cacciatori che entrano illegalmente dentro i confini dell’ex caserma Serini sia per catturare la selvaggina che per far allenare i loro cani utilizzati nelle battute di caccia.
Fonte: Corriere della Sera