750.000 dollari di finanziamento per inserire un elettrodo nel cervello delle Locuste

Un team di ricercatori della Washington University sta per realizzare un progetto tanto strano quanto profetizzato in letteratura, cinema e nei fumetti: il primo esercito di insetti robot. Si tratta di locuste, vere, dotate di parti del corpo ad alta densità tecnologica. Avete presente Robocop? Bene, le locuste di cui stiamo parlando sono dei piccoli militari in miniatura, pensati non per distruggere ma per avvertire l’uomo in caso di emergenza.

A cosa servono. Nello specifico, il progetto guidato da Baranidharan Raman e sponsorizzato dalla Marina degli Stati Uniti, ha l’obiettivo di sfruttare le enormi capacità organiche dell’insetto ortottero per annusare la presenza di ordigni e bombe, sia sui campi di battaglia (pensiamo al Medio Oriente) che nelle città, magari durante un evento globale come gli Europei di calcio o le Olimpiadi. In questo modo, potremmo mandare in giro migliaia di invertebrati per sondare vaste aree in maniera molto più semplice, veloce e utile di quanto potrebbe fare l’uomo.

Si parte dalla natura. Il punto di partenza, come detto, è non stravolgere la composizione organica delle locuste. Queste sono già dotate di antenne composte da decine di sensori naturali che le permettono di annusare e avvertire gli odori in maniera ottimale. “Perché re-inventare la ruota? Nemmeno i migliori dispositivi di rilevamento hanno sensori ottimali, qui invece ci sono insetti con antenne in grado di sfruttare capacità innate e uniche” – hanno detto dagli USA.

Installazioni meccaniche. Per convertire locuste ordinarie in una sorta di mini-cyborg, il team di Washington ha impiantato un elettrodo nel minuscolo cervello, che ha il compito di incrementare le qualità delle antenne per renderle abili a leggere l’attività elettrica. I segnali in questione vengono trasmessi in uno zainetto sulla schiena dell’animale che accende una luce rossa in caso di avvertimento di esplosivo mentre visualizza il verde quando non c’è pericolo nelle zone circostanti.

Come un drone. Ma non è tutto: gli ingegneri hanno anche inserito sulle ali delle locuste una specie di tatuaggio fatto di seta bio-compatibile, che può convertire la luce in calore. In questo modo un operatore in remoto può riscaldare (leggermente) l’una o l’altra ala, per indirizzare la locusta dove vuole, quasi fosse un drone. Si tratta, come è chiaro, di un aggiornamento che forza decisamente la natura per amplificare e personalizzare il tipo di analisi che gli insetti sanno già fare.

Gli animalisti come la prenderanno? Non la vedono così i ricercatori americani e i responsabili della US Navy, organo che ha consegnato nelle mani di Raman 750.000 dollari da spendere per la buona riuscita del progetto. I “cyber bugs”, come li hanno già definiti al di là dell’oceano, per ora sono solo esperimenti da laboratorio ma a quanto pare potrebbero diventare realtà nel giro di un anno, per poi essere spediti in tutto il mondo. Resta da capire come la prenderanno gli animalisti e le associazioni in difesa degli insetti, come la Amateur Entomologists’ Society, che non si è ancora espressa a riguardo.

Fonte: Panorama