ALF libera visoni a Scorzè (Venezia)

“Invasione” di visoni per le strade, liberati da allevamento a Scorzé
I piccoli mustelidi sono stati fatti scappare dalle gabbie di un allevatore del posto. Al momento ne mancherebbero all’appello ancora una sessantina circa

La Redazione 26 Agosto 2014

Hanno agito in piena notte, tra sabato e domenica, sfondando le gabbie e lasciando gli animali liberi di fuggire e sparpagliarsi in tutta la campagna circostante, così alcuni ignoti avrebbero preso di mira un allevamento di visoni a Scorzé, causando non pochi problemi ai gestori e scatenando l’ira di Federfauna.

A CACCIA DI VISONI – La brutta sorpresa ha colpito l’allevatore di domenica mattina, quando arrivando di fronte alle gabbie le ha trovate divelte e, soprattutto, vuote. Immediata è scattata la caccia agli animali, in totale circa 700 nell’allevamento, e persino i vicini si sono mobilitati per aiutare l’uomo, mentre tantissimi residenti della zona si sono ritrovati addirittura i visoni in giardino, correndo quindi a restituirli al legittimo proprietario. Alla fine ne mancherebbero all’appello una sessantina, ma il numero è ancora provvisorio e le ricerche non si sono fermate neppure nei giorni seguenti.

LA DENUNCIA – L’uomo ha ovviamente allertato i carabinieri della stazione locale, che ora stanno cercando di risalire ai responsabili del gesto, senza escludere alcuna pista, dalla semplice bravata all’ecoterrorismo. E proprio questa ultima possibilità preoccupa Federfauna, che ha commentato l’accaduto con un comunicato stampa in cui denuncia i danni causati dai “cosiddetti attivisti terroristi”, che non solo avrebbero causato non pochi guai all’allevatore, ma con questa azione avrebbero anche messo in pericolo la salute dei tanti automobilisti che rischiano di trovare gli animali in mezzo alla strada, condannando al contempo i visoni fuggiaschi a finire investiti o a morire di stenti. Al momento nessuna rivendicazione è arrivata all’allevatore o alle forze dell’ordine, ma l’associazione di categoria chiede comunque a gran voce l’intervento dello Stato perché disciplini la questione, seguendo l’esempio statunitense e istituendo il reato di ecoterrorismo.

Fonte: Venezia Today

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