RIPARBELLA. Appiccato il fuoco nella baracca della squadra venatoria di Collemezzano. Nella notte dell’1 gennaio c’è chi si è avventurato nel bosco in località Ortacavoli, tra Riparbella e Castellina Marittima, per devastare la struttura. La scoperta la mattina del 2 gennaio quando i cacciatori hanno raggiunto il manufatto di buon’ora per una giornata di caccia. Sul posto sono stati chiamati per i rilievi i carabinieri, la polizia provinciale e la polizia municipale.
Le fiamme sono rimaste confinate all’interno del manufatto che ha le pareti e il tetto in laminato di vetroresina. Ma avrebbero potuto trovare sfogo all’esterno e innescare le fiamme nella fitta vegetazione che circonda l’area. A un centinaio di metri in linea d’aria ci sono delle abitazioni. Tutti aspetti che non hanno fermato la mano di chi ha acceso il fuoco. E che la natura del rogo sia dolosa lo dimostrano i segni lasciati da chi si è introdotto nella baracca. Per raggiungerla ha prima forzato il cancello della recinzione, tagliando di netto la catena della chiusura. E poi non si è certo lasciato scoraggiare dalla porta d’ingresso al manufatto, che ha aggirato rompendone il vetro.
La squadra di caccia “Le pellicce” conta una sessantina di iscritti e tra questi sono una trentina le doppiette che prendono parte alle battute al cinghiale. «La dinamica dell’accaduto abbiamo potuto ricostruirla immaginando il percorso fatto da chi si è introdotto nella baracca – spiegano alcuni cacciatori della squadra –. Il danno poteva essere non quantificabile se le fiamme dal manufatto si fossero propagate alla vegetazione». E aggiungono: «Ad accorgersi dell’accaduto sono stati alcuni compagni di caccia arrivati sul posto verso le 7 del mattino. A quel punto la battuta è saltata. La struttura in laminato di vetroresina è seriamente danneggiata». Dall’interno sono spariti anche alcuni oggetti, tra cui delle torce e alcune stufette. Un episodio grave, che fa il paio con altri accaduti due anni fa. «Una volta trovammo del nostro materiale bruciato all’esterno della baracca e a distanza di poco tempo delle teste di cinghiale abbandonate all’ingresso della struttura», raccontano i cinghialai della squadra “Le pellicce”. Sugli autori solo una certezza: «Si tratta di gente priva di senso civico. E ciò a prescindere che siano contro la caccia o dei bracconieri». (m.m.)
Fonte: Il Tirreno