A Feltre la polemica è rovente e sale con il passare dei giorni: l’associazione animalista Lav chiede il lutto cittadino e assieme alla Lida annuncia esposti e denunce. Ma a rendere tutto più drammatico è il fatto che molti a Feltre, anche i cittadini che non sono attivi nella difesa degli animali, sono profondamente turbati dalla fine di Gisellin, che correva per il quartiere di Santo Stefano, e di Metz che difendeva i colori del Duomo.
Il primo cavallo è rimasto vittima di un incidente in corsa, scontrandosi contro un altro concorrente: con una gamba fratturata è stato portato al vicino ambulatorio. E mentre qui il responsabile veterinario del Palio, il dottor Alessandro De Simoi, constatava la gravità delle sue condizioni (emorragia e frattura esposta) e praticava l’iniezione letale, in pista si consumava l’agonia di Metz, sotto gli occhi di tutti. Lo avevano visto impennarsi, disarcionare il fantino DINO PES, poi ricadere e restare a terra con un arto fratturato. E’ accaduto tutto all’interno dell’anello, e intanto la corsa era già finita: bambini e adulti in lacrime hanno assistito alla sua fine, mentre resisteva a ogni tentativo di essere caricato su un furgone. Secondo il veterinario il cavallo avrebbe dovuto essere portato subito in ambulatorio, ad appena 800 metri dal luogo dell’incidente, e lì sarebbe stato possibile alleviare la sofferenza con una steccatura e magari tentare un recupero.
Ma ci sarebbe voluto personale qualificato per portarlo via, e al momento non c’era. A detta del veterinario, gli stessi quartieri partecipanti alla gara avrebbero dovuto dare una mano. Gli organizzatori ribattono che aspettavano il medico, ed è stato suo il ritardo. Il fatto è che però in quel momento De Simoi stava abbattendo un altro animale. Quando è arrivato era ormai tardi.
Mentre dal pubblico partivano fischi e urla contro gli organizzatori, è iniziata la premiazione dei vincitori; ma non tutti hanno distolto lo sguardo dal punto dell’incidente e così hanno visto quel telo sollevato e inequivocabili movimenti. Sono stati momenti di altissima tensione: la gente si chiede perché «subito» e perché «lì».
Quanto alle condizioni delle piste, alcuni quartieri sostengono non fossero ottimali: nelle prove del sabato erano stati rilevati avvallamenti e buche, poi colmati. Gli organizzatori sono fermissimi: «Se davvero la pista era a rischio, i fantini non dovevano partire. Parlare dopo è troppo facile, gli unici che si assumono rischi siamo noi che lavoriamo».