La macchina della giustizia in Italia è lenta e spesso poco precisa, ma qualche volta arriva. Ed è arrivata anche per Sergio Berlato e Maria Cristina Caretta, sei anni dopo i fatti che vengono loro contestati.
Berlato è il noto padrino-patrono dei cacciatori Veneti, ex europarlamentare, pluritrombato alle elezioni Europee; transfuga da vari partiti, naufragato infine nei Fratelli d’Italia alla ricerca di una poltrona, miracolato, ha trovato un posto di consigliere alla Regione Veneto.
Cacciatore lui stesso, difensore dei privilegi dei cacciatori. Sei anni fa Berlato faceva parte del PdL, e presentò al suo partito una lista di circa 15mila suoi sostenitori, con tanto di firme. Ma risultò che alcuni dei firmatari erano defunti; altri non erano né cacciatori né PdL; altri non ne sapevano nulla. Da qui la convocazione a giudizio da parte della Procura di Roma, per falso in scrittura privata e urilizzo indebito di dati personali. Supportato dalla Caretta, presidente dell’Associazione Cacciatori Veneti che comparirà con lui in giudizio.
Noi CENTOPERCENTOANIMALISTI a suo tempo abbiamo denunciato pubblicamente la questione, paragonando Berlato a quel personaggio di Gogol nel romanzo Le Anime Morte, che comprava i nomi dei contadini morti per figurare come possidente. E come Cicerin, ci auguriamo che Berlato venga svergognato come merita. Berlato, soprannominato “Videnunciotutti” per la facilità con cui ha denunciato Animalisti che protestavano contro la caccia, si trova ora lui ad essere imputato!