Su Mara Canzian (foto di copertina) di OIPA no, non possiamo non parlarne, su ENPA, caliamo un velo pietoso. Leggete bene cosa ha dichiarato sul gazzettino di Treviso in merito al cacciatore morto e alle nostre manifestazioni. Attendiamo al più presto una presa di posizione della dirigenza OIPA sulla questione, chiediamo l’espulsione da OIPA di questa infame, ma non attenderemo tanto, dopo agiremo di conseguenza.
01/20/2016 TREVISO – PAESE – (mf) Il gruppo “100% animalisti” ha accolto con parole di festa la notizia della morte di Patrick Carniato mentre era impegnato in una battuta di caccia. “Godimento” e “Goduria” sono stati i termini rilanciati su internet. Ma nel mondo degli animalisti non la pensano tutti così. Anzi. Le associazioni oggi prendono nettamente le distanze dal contrappasso esaltato da “100% animalisti” a poche ore dalla tragedia di Paese. «Nessun essere umano può gioire delle disgrazie del prossimo. Altrimenti si è come l’Isis -mette in chiaro Adriano De Stefano, presidente dell’Enpa di Treviso- la cattiveria umana non ha bisogno di altri spunti». Qui non c’è spazio per le polemiche. Semmai per una riflessione. «Questo ennesimo incidente dimostra che l’attività di caccia, che non definisco sport, è estremamente pericolosa per tutti. Va abolita -continua- quando si porta in giro un’arma può rimanere vittima chiunque. E il numero di vittime anche tra gli stessi cacciatori è decisamente troppo elevato. Alla fine di ogni stagione si legge di fatto un bollettino di guerra. I cacciatori non sono persone simpatiche, vero, ma da qui ad augurare la morte di qualcuno ce ne passa. L’abolizione della caccia si ottiene attraverso l’evolversi di una cultura, non perché una specie si estingue». Sulla stessa linea l’Oipa. «Ci dissociamo nel modo più assoluto dalle frasi di esultanza per la morte del 44enne, come fa la maggior parte delle persone che hanno a cuore la vita degli animali -spiega Mara Canzian, delegata per la provincia di Treviso- mi dispiace molto per quello che è successo. Esprimiamo solidarietà alla famiglia che non ha perso un cacciatore, ma una persona cara. Certo, la disgrazia conferma una volta di più che le armi sono pericolose. Ma questo fa riflettere. Di sicuro non gioire». La critica poi si amplia. «I cambiamenti in materia di caccia si ottengono con il dialogo e con la sensibilizzazione della gente -conclude Canzian- l’esultanza di “100% animalisti” tra l’altro è controproducente perché danno l’idea di essere insensibili. Invece è l’esatto opposto». (favarom)